Teora, Campania, Italia
Come ogni anno si rinnova a Teora (Avellino) l’appuntamento con i tradizionali Squacqualacchiun, maschere che girano per il paese con dei bastoni causando un rumore cupo di campanacci disturbando i passanti con lazzi e gesti un po’ “spinti”, rumoreggiando per i rioni del paese e scomparendo nei vicoli dello stesso. La tradizione che da avvio al carnevale prende il nome da questi uomini camuffati che si aggirano all’interno di Teora senza un preciso significato: sembrerebbe un appellativo dato dalla gente per schernirli. Il termine Squacqualacchiun potrebbe infatti derivare dalla voce dialettale squacquarat che significa trasandato. La loro origine si ricollega ad usi pre-cristiani. Gli Squacqualacchiun ricordano riti ripercorrenti la mitologia dei Baccanali oltre al culto di Dioniso o di altre divinità dei boschi. Essi rappresentano il vivere, un momento di ebbrezza, di gioia, di evasione, di libertà.
Queste figure antiche, primitive e grottesche si ripropongono nella “mascherata di Sant’Antuono” (17 gennaio) registrate ormai dalla memoria o dalla tradizione locale. Il loro costume simile a i Mamuthones sardi, sono l’emblema del mondo del sotto sopra, ed è composto da un sacco di tela con una giacca stinta e a rovescio ed il loro viso è coperto da un cappuccio a guisa di maschera che lascia intravedere solo gli occhi. Lo strumento principale è un bastone, dove sopra sono attaccati rami di aghi di pino che li usano per i loro riti e per colpire di sfortuna coloro che non esaudiranno i loro voleri. Nel bel mezzo del paese, gli Squacqualacchiun improvvisano una danza intorno a “lu pagliar” (falò) ed intorno alla fontana principale compiendo il loro rito magico. In occasione della Festa è organizzata anche la Sagra delle Tomacelle, pietanza tipica locale simili a polpette con base di frattaglie di maiale, rafano – un erba essenziale dal sapore simile a quello della senape – e formaggio grattugiato. La tomacella può essere fatta alla griglia o bollita accompagnata da patate e peperoni e l’immancabile bicchiere di vino. Non mancheranno stand gastronomici, spettacolo del fuoco e il tradizionale volo dello squacqualacchion infuocato.