Piazza Giacomo Matteotti 9, Genova, Liguria, Italia
Dal 14 novembre 2019 al 13 aprile 2020 presso la Loggia degli Abati di Palazzo Ducale a Genova si terrà una mostra interamente dedicata al grande Alfred Hitchcock. A 120 anni dalla sua nascita, il capoluogo ligure rende omaggio al maestro del brivido con una esposizione di caratura internazionale. Fotografie scattate sul set e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Universal Pictures conducono il pubblico nel backstage dei principali film di Alfred Hitchcock, lasciando scoprire particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del regista inglese. Celebrato come uno dei principali e più influenti innovatori della storia del cinema, Hitchcock è famoso per il suo ingegno, le trame avvincenti, la gestione delle camere da presa, l’originale stile di montaggio, l’abilità nel tener viva la tensione in ogni singolo fotogramma. Curata da Gianni Canova e prodotta e organizzata da ViDi, l’esposizione presenta 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana. Il percorso espositivo si apre proprio con la sezione dedicata al rapporto che ha legato Hitchcock a Genova con fotografie e filmati del film Il labirinto delle passioni accompagnati da alcuni ricordi delle rocambolesche disavventure che accompagnarono quel suo primo ciak ufficiale e prosegue analizzando i suoi principali capolavori prodotti dalla Universal Pictures. Primo fra tutti Psyco (1960), una delle sue opere più controverse che riuscì a battere tutti i record di incassi e fece fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico. Un’occasione per vedere il dietro le quinte del metafisico Motel Bates, conoscere il personaggio inquietante di Norman, la doppia personalità di Marion e la celebre scena della doccia. Una sala è dedicata a Gli Uccelli (1963), pellicola in cui introdusse numerose novità nel campo del suono e degli effetti speciali con ben 370 trucchi di ripresa, il film richiese quasi tre anni di preparativi a causa della sua complessità tecnica.
L’itinerario nell’universo hitchcockiano prosegue con La Finestra sul cortile (1954) con James Stewart che interpreta il fotoreporter ‘Jeff’ Jeffries costretto su una sedia a rotelle per una frattura alla gamba e che, per vincere la noia, spia le vite dei vicini dal proprio appartamento, fino a convincersi che in un appartamento si sia consumato un delitto. Il film fu un grande successo: uscito nell’agosto 1954, nel maggio 1956 aveva già incassato 10 milioni di dollari. E ancora La donna che visse due volte (1958), capolavoro divenuto oggetto di venerazione, che racconta una delle storie d’amore più angoscianti del cinema narrata attraverso un numero infinito di angolazioni e riprese straordinarie nei luoghi più famosi di San Francisco. Il materiale fotografico getta inoltre uno sguardo su altri celebri film come Sabotatori (1942), L’ombra del dubbio (1943), Nodo alla gola (1948), La congiura degli innocenti (1955), L’uomo che sapeva troppo (1956), Marnie (1964), Il sipario strappato (1966), Topaz (1969), Frenzy (1972) e Complotto di famiglia (1976). Lungo tutto il perimetro della mostra il visitatore è accompagnato da una serie di approfondimenti video di Gianni Canova. Una sezione è inoltre dedicata alla musica che ha connotato alcuni dei suoi film tra cui quella di Bernard Herrmann, compositore statunitense che ha scritto, tra le altre, le celebri colonne sonore per La donna che visse due volte e Psyco che furono parte integrante e fondamentale per la costruzione del senso di attesa hitchcockiano. Chiude idealmente l’esposizione il montaggio con le celebri e fugaci apparizioni di Hitchcock sulla scena. Nati come simpatiche gag, i cammei divennero col tempo una vera e propria superstizione. Il pubblico iniziò ad attenderli con impazienza e per evitare che lo spettatore si distraesse troppo durante il film, il regista decise di anticiparli ai primissimi minuti dell’inizio.