Via di San Francesco a Ripa 105, Roma, Lazio, Italia
Dal 25 al 31 gennaio 2020 la Galleria Art G.A.P. di Roma è lieta di accogliere la mostra personale di Gilda Pantuliano dal titolo Le Orme sull’Acqua a cura di Federica Fabrizi. Artista emergente salernitana, Gilda Pantuliano debutta nel 2018 nel mondo dell’arte partecipando alla digital exhibition Mare Nostrum – suggestioni dall’ inconscio presso gli Arsenali di Amalfi. Da quel momento in poi inizia a collezionare numerosi e prestigiosi riconoscimenti internazionali: il primo premio della critica internazionale al concorso Arte Salerno 2018 – International Art Prize, il premio pubblico al concorso NowArt Salerno, il primo premio al concorso Mare Motus – approdi dell’anima e il primo premio Iside al concorso Iside International Art Prize nella sezione fotografia e grafica. Inoltre ha esposto i suoi lavori sia in Italia che all’estero (Salerno, Lecce, Amburgo, Parigi, Spagna). Gilda Pantuliano presenta sedici fotografie della serie Le Orme sull’Acqua e tre fotografie inedite della serie Il Lessico dell’Anima. Il filo conduttore nei suoi lavori è l’amore sconfinato verso il mare, «qualcosa da cui non puoi scappare, il mare; il mare chiama, non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso» (A. Baricco). Osservando le opere emerge la sua indole visionaria, complicata, intuitiva con il bisogno di esplorare il proprio inconscio alla ricerca di emozioni sempre diverse.
L’artista campana utilizza una tecnica borderline tra la fotografia e l’arte digitale, quest’ultima limitata in post-produzione ad interventi di viraggio di colore, ritagli, sovrapposizione di elementi e specchiature. Il risultato finale è un collage fotografico digitale. Nella serie Le Orme sull’Acqua l’artista riflette sulle nefaste conseguenze del comportamento umano sull’ambiente marino, concentrandosi sui fenomeni della sovrapesca, della pesca con le reti a strascico e della pesca fantasma: gravi minacce per salute dei mari. In post-produzione l’artista sublima l’immagine delle reti fino a spezzare il legame tra il soggetto reale e la sua rappresentazione. In questo modo arriva nella dimensione liquida della sua mente dove un filo può creare anche una figura antropomorfa o zoomorfa ispirata alla mitologia. Il messaggio che vuole trasmettere è quello di gestire con saggezza le risorse che il pianeta Terra ci ha donato in quanto non infinite ed in precario equilibrio. Il mare di cui ci parla è anche e soprattutto il suo mare interiore, il mare del non dicibile di Calvino. Qui dimorano le sue emozioni che sapientemente fa emergere trasmettendole all’osservatore. Tutti questi fili creano delle forme che appaiono apparentemente astratte ma come in un test di Rorschach il fruitore scorge figure e simbolismi affini alla sua interiorità o si lascia guidare dalle suggestioni suggerite dal titolo dell’opera. Nella serie Il Lessico dell’Anima, prettamente digitale, la sostanza fotografica si dissolve fino ad assumere una valenza pittorica. Il segno sinuoso e le linee curve policromatiche nel loro accostamento creano le superfici.