Peter Flaccus torna ad esporre negli spazi della galleria Maja Arte Contemporanea con una selezione di opere eseguite con l’antica tecnica dell’encausto.
“The Flat Earth” (il titolo è quello di un’opera esposta) completa la “Trilogia dei colori” di kieslowskiana memoria: un ciclo di mostre iniziato nel settembre 2021 con la personale di Ria Lussi “Chi ha paura del Rosa?“, seguita – in novembre – da “Il Tempio” dell’artista francese Pierre-Yves Le Duc, dove protagonista, questa volta, era il blu Klein.
Per la terza e conclusiva mostra del ciclo, la Galleria ha selezionato – all’interno del vasto universo cromatico che incontriamo nel lavoro di Flaccus – i neri e i blu profondi, ma anche gli ori e i tenui gialli a fare da contrappunto luminoso, mettendo in dialogo e confronto opere eseguite dal 2000 ad oggi.
Puramente pittorica, quella di Flaccus è una iconografia visionaria di forme ritmiche sovrapposte, costruita per strati di rilievi multipli. Nel suo mondo convivono misura e tensione, rigore della geometria e dinamismo del colore come materia pulsante che magicamente dà vita alla forma.
Nelle opere in mostra, incontriamo la terra, la luna, i pianeti e le stelle in spazi interdipendenti come pale d’altare medioevali; altrove, la preponderanza di forme geometriche, cerchi, ellissi, archi, curve, parabole, invitano a intrattenere un coinvolgimento con purezze matematiche; sembrano suggerire modi per attraversare lo spazio, senza però indicarne la destinazione.