Largo dei Melatini 17, Teramo, Abruzzo, Italia
Dopo il successo delle due precedenti esposizioni all’Aurum di Pescara e alle Stelline di Milano, dal 19 dicembre 2019 al 19 gennaio 2020 la suggestiva cornice di Palazzo Melatino (sede della Fondazione Tercas) ospiterà la mostra gratuita dal titolo Annunziata Scipione.Il Fuoco della Terra. Palazzo Melatino ospiterà quindi la terza ed ultima tappa di un progetto editoriale ed espositivo pensato ed organizzato dall’Associazione Big Match che – in collaborazione con l’Associazione Culturale Naca Arte (Teramo) e con il sostegno della Fondazione Tercas, della CCIAA di Teramo e di Enti, Istituzioni e aziende private – ha raccolto il patrocinio di Regione Abruzzo, Comune di Milano, Comune di Pescara, Comune di Teramo e Comune di Tossicia (TE) ed è dedicato ad una delle più interessanti esponenti del naїf italiano contemporaneo da molti ritenuta vera erede di Antonio Ligabue. Tra i più grandi estimatori di Annunziata Scipione (nata il 24 marzo 1928 presso Azzinano di Tossicìa e venuta a mancare il 14 aprile dello scorso anno a novant’anni) vi era il grande scrittore e sceneggiatore Cesare Zavattini che amava definirla “artista contadina” e che le riconosceva “una fondamentale dialettalità che (…) ha il valore di una lingua creata”.
Il percorso espositivo di Palazzo Melatino presenta 12 dipinti e 5 sculture illustrati nella più importante pubblicazione sino a oggi mai realizzata sulla Scipione: una ricca monografia (a cura di Silvia Pegoraro con testi della curatrice e di Valentina Muzii, corredata da un’antologia critica) che presenta quasi 450 opere, costituendo di fatto il primo catalogo generale dell’artista. Il progetto editoriale propone un doppio percorso attraverso l’intera opera di Annunziata Scipione dal 1968 fino alla più recente fase espressiva, che si è conclusa solo pochi mesi prima della sua scomparsa avvenuta il 24 aprile 2018. La profonda essenza dell’artista è particolarmente presente nelle opere esposte, essenza che passa attraverso il suo essere donna dedita ai lavori agricoli e domestici e il suo essere figlia di quella terra d’Abruzzo, aspra e bellissima dei cui paesaggi agresti e delle cui tradizioni e modi di vita la sua arte costituisce una testimonianza affascinante e irrinunciabile. Annunziata crea con la sua arte a dispetto dell’apparente semplicità un palinsesto complesso e sensibile di azioni, memorie, identità: costruisce e rende visibile il diagramma del senso che una comunità e una cultura hanno riconosciuto al proprio abitare, tramandandolo nella configurazione del proprio paesaggio, trasmettendo ai posteri l’amore e l’identificazione con la propria terra attraverso la cura rivolta ad essa lungo i secoli.
Il lavoro artistico della Scipione inizia a profilarsi in modo sistematico tra la fine degli Anni 60 e l’inizio degli Anni 70 (le prime sculture sono del ’68 e inizia a dipingere nel ’72). Per l’affermarsi relativamente tardivo della sua inclinazione artistica, la sua vicenda è affine a quella della più famosa fra gli artisti naїf americani: Anna Mary Robertson Moses detta Grandma Moses (1860-1961), i cui dipinti sono stati esposti nei più importanti musei statunitensi tra cui il MoMa di New York. L’immenso lavoro pittorico dell’artista costituisce anche una sorta di diario enciclopedico delle usanze, delle attività lavorative, delle tradizioni laiche e religiose della società arcaico-rurale dei luoghi dov’è nata e ha vissuto, molto simili, del resto, a quelli di tutta l’Italia fino al dopoguerra. Un “documentario” che prende corpo in cromie fiabesche, seppure pervaso da un solido e cristallino senso del reale e dell’appartenenza alla propria terra.