Maiori, Campania, Italia
Dal 22 febbraio al 1° marzo 2020 in provincia di Salerno si rinnova il tradizionale appuntamento con la 47° edizione del Gran Carnevale Maiorese. Nell’edizione 2020 attraverso carri allegorici e balletti si celebreranno tutte le discipline artistiche: dalla pittura alla scultura alla musica passando per il cinema nel centenario della nascita di Federico Fellini. Un rapporto, quello con le arti, che Maiori vanta di avere nel proprio DNA. Basti pensare ai pittori cosiddetti “Costaioli” o alla grande filmografia del dopoguerra che trasformò la cittadina della Costiera Amalfitana – dalla metà degli anni Quaranta – in set cinematografico grazie al grande Roberto Rossellini, padre del Neorealismo e della genialità stracciona del suo cinema rivoluzionario. E in uno dei suoi film – girato tra Maiori e Furore – compare anche un giovanissimo Federico Fellini, peraltro autore di quella favola nei panni di un vagabondo accanto ad Anna Magnani. La prima edizione del Gran Carnevale Maiorese ha origini abbastanza singolari e nasce ufficialmente nel 1971 ma le premesse si creano l’anno prima. Infatti nel 1970 esattamente nella 3° edizione del Carnevale di Minori il gruppo Nuova Naiade di Maiori era stato invitato a partecipare e presentava una scenetta su un palco ambulante dal titolo Satyricon.
Satyricon raffigurava – tra colonne e veli – un banchetto ambientato nell’antica Roma con più di quindici figuranti in tunica e calzari. La scena era molto divertente anche grazie ai canti a tema inventati e intonati durante la sfilata e resa realistica dal fatto che i ragazzi banchettavano veramente: vera era la frutta, vero era il pane, vero era il pollo arrosto e vero era soprattutto il vino! All’atto della premiazione i ragazzi della Nuova Naiade non ritenendo di essere stati giudicati equamente testimoniarono il loro dissenso con fervore, abbandonandosi all’eccesso proprio come gli antichi romani. L’anno seguente, ossia nel 1971, nacque infatti il 1° Gran Carnevale Maiorese che ebbe subito un grandissimo successo con ben 10 gruppi diversi presenti già alla prima edizione divenendo in poco tempo un punto di riferimento importante per le manifestazioni della Regione. Una peculiarità del Gran Carnevale Maiorese furono i carri che inizialmente non erano in carta pesta ma intesi piuttosto come “rappresentazioni sceniche” ossia vere e proprie scenette teatrali più o meno assurde ma assolutamente studiate. Divertentissime e con coreografie ricercate, spesso presentavano stornelli e musiche create ad hoc allestite su palchi in movimento. La caratteristica del Carnevale che lo fece ben presto conoscere e ricordare ben fuori i propri confini fu lo spirito popolare della manifestazione inteso come folklore e tradizione, riuscendo a coinvolgere il pubblico come in una grande festa di paese.
A testimonianza di ciò basta ricordare i “cuppini” (il cuppino o mestolo) che in gergo maiorese indica le grandi cene fatte in compagnia organizzate alla fine di ogni giornata di lavoro dai vari gruppi partecipanti durante il periodo di preparazione al Gran Carnevale Maiorese. Una volta consolidato il suo personale “format”, il Gran Carnevale Maiorese inizia piano piano ad evolversi. Da metà anni ‘70 si iniziò ad usare il ferro e la cartapesta per creare i carri sempre con alla base idee ricercate e con messaggi sociali forti e grazie alla storica presenza di ottimi artigiani nella zona non ci volle molto per raggiungere subito notevoli picchi di bravura. Dalla fine degli anni ‘70 i carri allegorici, di pari passo con la loro evoluzione artistica e quindi al loro miglioramento estetico, iniziano ad assumere un ruolo sempre più centrale all’interno della manifestazione. Gran parte del successo e della fama del Carnevale fu dovuto alla fantasia e all’originalità con cui ogni gruppo affrontava le tematiche più importanti.
Altra particolarità distintiva dei primi decenni del Gran Carnevale Maiorese è stata la musica dal vivo grazie alla presenza di gruppi musicali che suonavano sui carri allegorici. Punto fermo della manifestazione erano la “rottura della pignatte” che di fatto apriva i festeggiamenti e il “Concorso delle Mascherine”, divertentissima manifestazione dedicata ai più piccoli. Queste giornate non erano un semplice contorno ma avevano il compito di “preparare” la cittadina alla festa e quindi erano già parte della festa stessa. La lavorazione dei carri oggi ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza: le qualità degli artigiani carristi sono di livello altissimo soprattutto se si considera che ancora si basano sulla tecnica del ferro modellato a mano e della carta pesta. Ad oggi il Gran Carnevale Maiorese resta un punto di riferimento importante per le manifestazioni della Regione e conta sulla presenza costante di gruppi provenienti da paesi vicini come Tramonti, Minori e Amalfi a testimonianza del fatto che l’evento è ancora un mezzo di scambio e condivisione tra le varie comunità del comprensorio.