Via Folgore da San Gimignano 11, San Gimignano, Toscana, Italia
Dal 1° dicembre 2019 al 31 maggio 2020 il Museo Archeologico di San Gimignano (Siena) ospita la mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano. L’Offerente e i reperti rituali etruschi e romani. L’esposizione presenta per la prima volta al pubblico un’eccezionale scoperta avvenuta sulle alture della Torraccia di Chiusi nel territorio di San Gimignano, a pochi passi dal corso del torrente Fosci, lungo le propaggini collinari che scendono da San Gimignano verso la Valdelsa. La scoperta archeologica è avvenuta nel 2010: durante le operazioni di scavo è stata ritrovata una statua in bronzo, deposta in posizione prona. L’anno successivo la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo diede l’avvio a una serie di indagini seguite da una campagna di scavi che hanno fatto emergere una straordinaria area sacra etrusca all’aperto in uso per almeno cinquecento anni dal III secolo a.C. fino al II secolo d.C. Nelle vicinanze all’area sono state rivenute anche diverse monete, frammenti ceramici, unguentari integri e frammenti di laterizi. L’area sacra inoltre sorgeva in prossimità di una sorgente: potrebbe quindi essere ricondotta al culto per una divinità legata all’acqua e alla terra. La straordinarietà della scoperta archeologica è soprattutto il ritrovamento dell’Offerente, una meravigliosa statua del tipo dei bronzetti allungati di età ellenistica che richiama visivamente la celebre Ombra della Sera di Volterra.
L’opera, alta più di 64 cm , al momento è la più elegante e raffinata nel nucleo dei bronzi allungati finora attestati. Come l’Ombra della Sera anche questa di San Gimignano appartiene ad una produzione seriale. Si tratta di un’opera “colta” che presuppone i modelli della grande plastica del primo ellenismo con la reinterpretazione dell’ex-voto a fettuccia allungata di derivazione centro-italica, ancorato a forme della tradizione religiosa locale. Proprio nell’antica Velathri/Volterra nella prima metà del III secolo a.C. dobbiamo immaginare l’opera e l’ambito culturale di provenienza dell’artista che creò l’Ombra di San Gimignano. Si può presumere che il luogo di culto della Torraccia di Chiusi costituisse uno dei santuari di confine del territorio Volterrano: la “chiusa” nascosta nel toponimo allude al percorso stradale pre-romano, imperiale e poi altomedievale che sarà la via Francigena e passa proprio per l’area sacra mentre le “fauci” celate nel nome del torrente Fosci sono l’ingresso al territorio di Velathri/Volterra. L’Ombra di San Gimignano è posta al culmine di un percorso espositivo il cui titolo richiama il termine etrusco Hinthial traducibile allo stesso tempo come “anima” e “sacro” ed è concepito come un’immersione nel paesaggio sacro di San Gimignano in età etrusca e romana. L’incontro ravvicinato con l’Ombra vuole accompagnare il visitatore presso l’area di culto in un percorso rituale che richiama la gestualità e le percezioni dell’Offerente. Così questo capolavoro toreutico risorge dalla sua sepoltura e ci racconta delle speranze, delle preghiere e delle offerte avvenute per più di cinque secoli in questo luogo sacro che sorgeva in un’area di confine dei territori dell’antica Volterra in età ellenistica.