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Lievemente Grave – personale di Mauro De Luca

Engel” – il Demone della Natura di Iefke Küll – è un uomo fermo, pensieroso, di fronte ad un angelo di cielo e nuvole sospeso in alto e preso in una rete. Qualcosa in “Engel” di Mauro De Luca inverte il flusso dei sensi. L’opera d’arte non racconta l’artista ma chi la osserva e sembra non essere stata immaginata se non così, con un uomo di fronte ad osservarla, assorto. Un uomo che sa riconoscersi in una creatura leggera, impalpabile, inafferrabile eppure prigioniera. Una creatura chiara, di luce ma che non appare se non al lento posarsi delle ombre scure, ferita non dalla stretta della rete ma dal suo stesso peso. Captiva eppure angelo. Non opera dell’artista ma immagine interna dell’osservatore che si proietta nello spazio, e lo riempie, si fa carne, una carne fatta dell’essenza dei pensieri, solido-non solido permeato d’aria che assorbe nei volumi le pressioni, nei colori le energie. Di fronte a questa proiezione, come solo di fronte alla reale e tangibile immagine di sé, l’uomo si accorge del suo stato di prigioniero. Prigioniero nella sua parte più intima e nascosta che solo ora si rivela. E chi credeva di navigare, forse si lasciava naufragare, si accorge di essere stato ingannato, preso nella rete. E la sua pressione non è che il peso dei rimpianti di ciascuno e la loro malinconia. La rete, affondata nella carne e trattenuta in alto da qualcosa che non è dato conoscere, è il Grande Utero che impedisce di nascere alla vita e ci trattiene per sempre come anime abortite nel limbo della Conoscenza. Così si rimane di fronte all’angelo, sgomenti di fronte ad un’immagine di noi stessi mai vista prima ma che riconosciamo come vera. “Engel” è dunque quel tipo particolare di opera d’arte che non esiste se colui che la guarda non sa riconoscerla, non contribuisce alla sua “materializzazione”, non permette alla propria immagine interiore di riempire lo spazio con la sua impalpabile materia. L’Artista in questo gioco di proiezioni torna ad essere silenzioso, svuotato di se stesso, medium di comunicazione tra l’osservatore e la Natura. Un solo suo sussurro è percepibile, sommesso ma distinto, e rivendica la necessità di opere evocative, nuovamente e onestamente comunicative, fertili e flussi vivificanti di emozioni, capaci di parlare l’antico dialogo tra l’Arte e la Vita.

rtista romano, Mauro De Luca si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel corso di pittura. Nell’editoria libraria pubblica come illustratore per De Agostini, Panini, Telemaco, Mondadori, Curcio, Giunti e Dami. Collabora con diversi giornali e riviste tra cui “La Repubblica”, “Il Messaggero”, “Il Manifesto” e “Max Italia”. Nel settore pubblicitario lavora con numerose agenzie come Saatchi & Saatchi, J.W. Thompson, McCann-Erikson. Per il cinema lavora con le case di produzione Sayer Production, Titanus, Cineteam. Inizia a pubblicare fumetti per l’Editoriale Eura. Ha esposto dipinti e sculture in varie mostre collettive e personali e lavora principalmente per il mercato francese dei fumetti. Collabora con Les Humanoides Associés alla serie “Soltrois” e sono suoi i disegni dei volumi “Sian Loriel” per l’editore Le Lombard e “Carthage” pubblicato da Soleil, “Thésée” ed “Yttrium” per l’editore Glenàt. Per Lo Scarabeo Editore ha realizzato la serie di illustrazioni “I Tarocchi delle Sirene”.

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